Raffaello, una grande mostra a Roma a 500 anni dalla scomparsa

di Arianna Adelfio
Dal 5 marzo al 2 giugno 2020 una grande mostra alle scuderie del Quirinale a Roma celebrerà il grande Raffaello Sanzio. Saranno trascorsi 500 anni dalla morte del pittore e il 2020 sarà l’anno dedicato a lui, artista in ogni senso, pittore e architetto è diventato come pochi altri un modello per secoli e generazioni a venire. Figlio unico di un pittore. Nacque a Urbino il 6 aprile 1483. Il padre lo ritrasse da bambino e questo dipinto si trova esposto nella cappella Tiranni nella chiesa di S.Domenico di Cagli, non lontano da Urbino. Sembra accertato che Raffaello abbia potuto apprendere punti rudimentali dell’arte pittorica nella bottega paterna. Ma la morte prematura di quest’ultimo lo costrinse ad affrettare la maturazione in giovanissima età.
Una delle prime opere che gli sono attribuite dai critici è l’affresco della Madonna con bambino nella casa natale di Urbino, datato 1498 circa, quando aveva appena 15 anni.
La prima commissione artistica a Raffaello in cui si abbia notizia è datata 1499 all’età di 16 anni quando gli venne commissionato da una confraternita locale lo stendardo della Santissima Trinità, un dipinto su tela tuttora conservato nella pinacoteca comunale di città di Castello. Nel 1503 Raffaello fece una serie di brevi viaggi che lo portarono ai primi contatti con importanti realtà artistiche. Visitò quasi sicuramente Firenze, dove vide forse le prime opere di Leonardo da Vinci. A Roma Giuliano della Rovere venne eletto Papa e anni dopo Raffaello lo avrebbe immortalato in un celebre ritratto.
L’opera che segue la fine dell’apprendistato e la sua definitiva consacrazione a soli 21 anni è lo sposalizio della Vergine, realizzato nel 1504 per la chiesa di S.Francesco a città di Castello e oggi conservata a Milano.
Nel 1504 si trasferì a Firenze dove ci rimase per 4 anni realizzando straordinarie opere di ispirazione sacre, come la Madonna del Cardellino oggi conservata alla galleria degli Uffizi e la Sacra Famiglia conservata a Monaco. Il soggiorno fiorentino di Raffaello negli stessi anni in cui nella città lavoravano e vivevano Leonardo da Vinci e Michelangelo fa di questi primi anni del 1500 un’età dell’oro per l’arte che non ha uguali nella storia. Raffaello coltiverà per tutta la vita la passione per il ritratto immortalando Papi, nobili o letterati.
Il Papa lo chiama a Roma a raggiungere Michelangelo che aveva il compito di affrescare la volta della cappella Sistina e a Donato Bramante affidò il progetto della Basilica di S. Pietro e Raffaello affidò la decorazione dei nuovi appartamenti papali. Ma dopo che il Papa si accorse della sua bravura ne scaturì una serie di capolavori assoluti e decorò l’ultima fascia rimasta in basso della cappella Sistina, e alla morte di Bramante Raffaello si dedicò alla Basilica Vaticana.
Uno dei dipinti più famosi è custodito alla galleria nazionale d’arte antica di palazzo Barberini a Roma ed è la Fornarina, un nudo di donna che l’artista tenne nel suo studio fino alla fine della sua vita. Molto discussa l’identificazione del soggetto come Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere, ritenuta il grande amore del pittore. Molte sue opere sono state saccheggiate.
L’ultimo quadro a cui stava lavorando è la Trasfigurazione, commissionata dal cardinale De Medici. Il dipinto è diviso in due: in alto Gesù Risorto si trasfigura emanando una luce che acceca gli apostoli, in basso si racconta il tentativo degli apostoli di guarire un fanciullo indemoniato.
Raffaello muore il 6 aprile 1520 il giorno del suo compleanno, aveva solo 37 anni e viene sepolto nel Pantheon con tutti gli onori. La sua tomba si trova sotto l’edicola della Madonna e il suo allievo scrisse: “Qui giace Raffaello da lui, quando visse, la natura temette d’esser vinta, ora che egli è morto, teme di morire”.