Cronaca di un’epidemia tra paure e speranze

Cronaca di un’epidemia tra paure e speranze

di Arianna Artoni

DOMENICA 23 febbraio

Il telegiornale annuncia che le scuole rimarranno chiuse per tutta la settimana.                                                                                          

Tra le famiglie e gli studenti c’è una sensazione di puro stupore. Come mai? Una malattia è così pericolosa da bloccare città intere e tantissime persone?                                                                                         

Qualcuno sospetta che la situazione finirà presto e tutto tornerà alla normalità, altri continuano come se il problema non esistesse e si comportano come se nulla fosse, escono per le strade, si incontrano con amici. Alcune persone, invece, vanno nel panico rinchiudendosi e segregandosi in casa.                                                             

SABATO 29 febbraio

Le scuole rimangono chiuse un’altra settimana.

I ragazzi iniziano a capire che la situazione è grave, non si tratta più di un gioco, di una pausa dalla fatica quotidiana.

GIOVEDI’ 5 marzo

Le scuole sono ancora chiuse.

In centro e per le strade non si vede ancora nessuno. Per passare il tempo a casa bisogna ingegnarsi: una partita a un gioco da tavola, una maratona di serie tv e anche qualche compito, ogni tanto.

Ormai il telegiornale non lo guarda più nessuno, annunciano sempre le stesse cose, e non sono positive.

Per trascorrere il mio tempo libero sto con mia sorella che vuole sempre giocare e per una volta la posso accontentare.                                   

Quando a casa arriva mia nonna è sempre una gioia: scherza, propone cose nuove da fare e ci fa allontanare dai pensieri tristi che non ci lasciano mai.                                                                                      

Mi mancano molto le mie amiche. Ci chiamiamo e discutiamo delle cose di tutti i giorni, anche se non è la stessa cosa perché non sento il loro profumo e il loro calore. So che tra poco le rivedrò, ma mi sembra che manchi ancora un po’ di tempo.                       

Una cosa che mi angoscia molto sono i viaggi che avrei dovuto fare tra qualche mese. Il viaggio-studio in Inghilterra sarà a contatto con persone di tutto il mondo che magari hanno un genitore malato di questo virus o lo hanno vissuto loro in prima persona. Sono anche preoccupata per il viaggio a New York di agosto. E se ci rimandassero nel nostro paese? Se ci impedissero di entrare? Non sarebbe giusto perché lo programmiamo da quasi un anno e non vediamo l’ora di andare in un altro continente, perché per me sarebbe la prima volta.                                        

Ho anche un po’ di paura per la scuola perché tutte le persone intorno a me sostengono cose diverse: “Le scuole rimarranno chiuse fino a Pasqua, ne sono sicuro” oppure “Magari le fanno recuperare in estate”. Questo mi manda un po’ in confusione e non so più cosa pensare.                                                                                   

Per prendere un po’ d’aria faccio una passeggiata, vado in bici e provo a immaginare che le persone che mi passano vicine sono come me. Preoccupate, allegre per un po’ di relax e anche sballottate tra la realtà e la fantasia di questa situazione, così irreale da non sembrare vera.

FrancySpada

FrancySpada

Un pensiero su “Cronaca di un’epidemia tra paure e speranze

  1. Volevo ringraziare i nostri ragazzi e tutte le famiglie per l’impegno dimostrato e la collaborazione preziosa, che ci stanno permettendo di andare avanti in questa difficile situazione!
    Stiamo riscoprendo il senso e il valore di essere comunità educante, tutti insieme, nessuno escluso!
    Grazie a tutti, sono fiera di essere una prof della Pertini!

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