Ho tanta paura per mia nonna Angelina

Ho tanta paura per mia nonna Angelina

di Lorenzo Pio Scatolin

In queste ultime settimane, sono a casa da scuola per la diffusione di un virus influenzale noto a tutti come “Coronavirus”. E’ un virus molto contagioso, che provoca febbre alta e in casi più gravi polmonite con difficoltà respiratorie. Le scuole sono state chiuse per limitare il contagio, in modo che ci siano meno ammalati e non so quando riapriranno.

I miei genitori continuano a lavorare e sono a casa con mia sorella Giorgia di diciassette anni sorvegliati dalla nostra amata vicina Antonietta. Sono abbastanza tranquillo e sereno. Al mattino svolgo i compiti che i nostri prof ci hanno inviato sul registro elettronico, ripeto tutte le materie di studio per non trovarmi in difficoltà alla riapertura della scuola. Dopo pranzo ascolto la musica, leggo un libro oppure gioco con i miei amici on line.

In questo periodo gli allenamenti di basket sono sospesi ma continuo a vedere i miei amici o a casa o all’aperto per fare due tiri al canestro. Nei giorni scorsi ho rivisto alcuni compagni di classe e abbiamo organizzato di andare in bici al parco vicino alle nostre abitazioni e mi ha fatto molto piacere rivederli. E’ una situazione surreale ma affronto tutto con la mia allegria e con il sorriso anche se sono molto preoccupato per mia nonna Angelina che ha ottant’anni e vive da sola a Battipaglia, in provincia di Salerno. I suoi figli: mia madre e mio zio vivono lontani da lei e siamo in ansia che si possa ammalare. Tutti i giorni le telefono e cerco di farle compagnia raccontandole storie buffe per farla ridere, io sono più felice e lei meno sola. Ho voglia di ritornare alla normalità di riprendere la scuola, di rivedere i miei prof , i miei compagni, di riprendere gli allenamenti e le partite di basket anche se quando mia madre mi ha comunicato, la prima volta, che la scuola sarebbe stata chiusa non nego di aver esultato con gioia. Spero vivamente che tutto possa ritornare alla  normale quotidianità senza aver paura di ammalarsi, essere liberi di andare dove si vuole e che tutto ciò sia un lontano ricordo.

FrancySpada

FrancySpada