Quando capisci che la normalità è la cosa più bella

di Veronica Caliumi
E’ davvero strano scrivere e parlare di ciò che sta succedendo.
Se penso a quello che stavo facendo due settimane fa a quest’ora, capisco quanto un essere umano ha bisogno di essere impegnato, di avere un obiettivo giornaliero, da raggiungere, per poi andare a dormire ed essere soddisfatto di ciò che ha fatto.
Probabilmente stavo facendo i compiti, proprio come adesso, ma in fretta e furia perché mi dovevo mettere avanti prima dell’allenamento, in modo da avere il weekend libero per giocare la partita e, non so, andare a prendere un gelato con le mie amiche.
Tutto d’un tratto mi sono ritrovata in casa, senza nulla da fare, con tutti gli impegni svaniti nel nulla: niente palestra, niente scuola, niente divertimento!
Se guardo fuori non c’è nessuno in giro e di quelle poche persone che passano, due su tre hanno la mascherina; l’unico suono che si sente è quello della tv che sta andando, giù in sala, e si sente la solita voce del TG che, da due settimane a questa parte, ripete costantemente: “Allerta COVID 19, i contagiati aumentano a 100, 400, 1000, 2000, 3000…”.
Adesso neanche una partita si può guardare perché sono tutte annullate o rinviate; Il Paese si è fermato!!! I giornali no, però.
Continuano a parlare di questo virus, facendo terrorismo ed è proprio questo terrorismo che suscita nelle persone il desiderio di saperne di più, non di essere consolate. Vorremmo sapere con certezza se è questione di poche settimane o se durerà ancora due, o tre mesi; se diventerà una pandemia oppure il caldo lo ucciderà prima che contagi milioni di persone. Ci sono molte contraddizioni a riguardo, c’è chi dice una cosa e chi ne dice un’altra e intanto ai telegiornali si vedono e si sentono sempre le medesime tre cose: una foto, un numero e una frase; la foto è quella che rappresenta sullo sfondo il virus, che sarebbe questa pallina bianca ricoperta di protuberanze rosse, che innesca nella persona ansia; il numero, che aumenta sempre di più, è quello dei contagiati, che genera terrore nella persona; infine, la frase, è sempre quella: “Lavarsi le mani spesso e bene per almeno 30 secondi”. Quest’ultima crea soltanto amarezza perché ti aspetti che vengano date più informazioni, invece ti dicono cose ovvie, che già sai.
Da quel momento la persona si sente come circondata da un mostro e deve procurarsi tutti i beni necessari al più presto; risultato: supermercati vuoti, amuchina e disinfettanti per le mani che costano 30 euro e mascherine introvabili.
Questo è quello che sto vivendo tutti i giorni ed è proprio questa situazione, così strana e diversa dal solito, che fa veramente paura, non il virus; certo anche lui crea un po’ di timore e non credo che sia consolante dire ad un Paese tra i più anziani al mondo, che il virus è potenzialmente pericoloso per gli over 65.
C’è comunque quel pizzico di positività anche in questa situazione anormale: poter trascorrere più tempo con la mia famiglia e le mie amiche, che almeno rendono un po’ più felici questi interminabili giorni.
Spero fortemente che tutto questo finisca presto e che la normalità torni tra noi, anche se sono convinta che l’Italia ci metterà del tempo a rialzarsi. Per il momento passo le giornate facendo, non so, camminate, cucinando (che è molto divertente!); anche se non c’è la scuola, mi sveglio comunque presto e preparo la colazione per me e mio fratello, dato che i miei genitori lavorano. La mattina faccio i compiti e il pomeriggio esco in giardino con i miei cani e faccio due palleggi contro il muro per tenermi allenata; se piove, come se non bastasse il virus, sto dentro e mi alleno con le prove Invalsi. Confido nel fatto che tutto si risolverà al meglio e, aggiungo, non è importante cercare di stravolgere la propria vita, perché la normalità è la cosa più bella!