Senza il contatto reale la vita non è la stessa

di Enrico Chinnici
All’ inizio non pensavo che il Covid-19 si sarebbe espanso così tanto, ma mi sbagliavo, come non pensavo anche che questa “vacanza” sarebbe durata così tanto: oramai l’unica cosa che spero e che essa finisca, perché passo la metà dei miei giorni ad annoiarmi giocando un po’ e svolgendo i miei compiti.
Non sono particolarmente spaventato per me , perchè da quello che ho capito il virus infetta gravemente solo i più anziani perché hanno le difese immunitarie più basse oppure le persone che hanno malattie respiratorie, però sono un po’ preoccupato per mio padre perchè, facendo come lavoro il tecnico delle caldaie e gli impianti solari lavora nelle case degli altri e può essere molto a rischio.
Non sapendo che fare ho cominciato a: curare di più la mia gatta , che adesso è “molto felice” del fatto che noi siamo a casa 24/24 ore, e ho visto dei vecchi film che non vedevo da quando ero bambino tipo la trilogia di “Ritorno al futuro” che mi piace tantissimo, ed i miei genitori hanno
anche rimontato la vecchia Wii del 2010 giusto per fare un po’ di esercizio fisico sotto forma di giochi virtuali (meglio di niente, in questi casi).
Ho già fatto una video lezione col mio professore di chitarra, ma non è stato semplice fargli sentire bene le note, ne ho viste un paio da mio fratello che si collega ogni giorno con alcuni prof del suo liceo. Mi sento anche a volte con i miei amici, ma comunque mi piacerebbe di più vederli dal vivo:
questo è uno dei tanti motivi per cui mi manca la scuola.
Comunque la tecnologia ci sta aiutando a mantenere il contatto e a passare il tempo.
Un lato positivo di questa situazione è che ci sta facendo riflettere sul fatto che senza il contatto reale la vita non è la stessa, ma non mi arrenderò e continuerò ad andare avanti sempre in qualsiasi momento.