Nel mondo ci sono ancora troppe persone senza diritti

di Gioia Cassinadri
Ogni persona sulla Terra deve avere dei diritti e delle libertà che devono essere sempre riconosciute e per questo che nel 1948 le Nazioni Unite hanno emanato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo.
Nel mondo di oggi, però, non tutti i diritti vengono rispettati e dunque questo ci fa capire quanto ci sia ancora da lavorare per vederli pienamente realizzati.
Nei paesi in via di sviluppo, infatti, molte persone non hanno le nostre stesse libertà. Ci sono bambini che vengono sfruttati per il lavoro e devono faticare per ore e ore senza neanche un riposo adeguato.
Questi ragazzi, inoltre, vengono mal pagati e lavorano di solito in condizioni di igiene veramente pessime.
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, infatti, ci sono circa 218 milioni di bambini lavoratori che vengono impiegati nelle miniere, nelle cave di pietra, nelle piantagioni, nelle fornaci di mattoni e nelle fabbriche tessili. Dobbiamo ricordarci, inoltre, che le multinazionali spostano le loro produzioni nei paesi in via di sviluppo perché lì la manodopera costa poco.
In tali paesi, quindi, si può verificare una violazione del diritto ad un’equa retribuzione.
Ma noi sappiamo chi sta dietro veramente a tutte queste produzioni? Senza dubbio una parte del lavoro è affidata a dei minori, che, invece, di andare a scuola, vengono impiegati, magari per la fabbricazione delle scarpe che indossiamo, dei palloni con cui giochiamo oppure dei tappeti delle nostre abitazioni.
Una testimonianza fondamentale di questo maltrattamento minorile è quella del giovane Iqbal, un ragazzo pakistano che lavorava in una fabbrica di tappeti e che fu ucciso per aver lottato contro la schiavitù dei bambini.
Dobbiamo tutti prendere esempio da lui, infatti, bisogna impedire che ci sia ancora nel mondo lo sfruttamento minorile perché tutti i bambini devono avere diritto ad un’infanzia felice e spensierata.
Un altro grande problema che persiste nei paesi in via di sviluppo è la povertà. Molte persone, infatti, ogni anno muoiono per la fame, per la sete e per le scarse condizioni igieniche che sono presenti in quel luogo.
La chiave per uscire dalla povertà e dal sottosviluppo è l’istruzione. Ad esempio, una persona che ha studiato medicina, oltre ad ambire a ottenere un lavoro più qualificato e meglio retribuito, può impegnarsi nella ricerca di cure che servono per sconfiggere le malattie presenti nel suo paese. Oppure, un contadino che sa leggere può apprendere tecniche più innovative per migliorare le sue coltivazioni.
Nei paesi poveri, però, più di 100 milioni di bambini non vengono iscritti alle scuole e per questo esiste il fenomeno dell’analfabetismo. Se riflettiamo meglio, possiamo inoltre notare che i paesi che hanno il maggior tasso di analfabetismo sono anche quelli con il più alto livello di mal nutrizione. Per questo dobbiamo continuare ad impegnarci per difendere il diritto alla salute e all’istruzione.
Tuttavia, anche nei paesi dove l’istruzione è garantita, non tutti possono andare lo stesso a scuola, come per esempio, le donne.
Qui si apre un’altra parentesi molto importante: i diritti delle donne!
Nella storia, infatti, le donne hanno faticato parecchio per avere gli stessi diritti degli uomini, ma nonostante il loro sforzo, in alcuni paesi, soprattutto quelli in Medio-Oriente e Africa, anche ora questi diritti non vengono riconosciuti. Queste donne vengono destinate di solito al ruolo delle mogli e delle madri; vengono viste solo come donne di casa e non adatte per i lavori da uomini. Nel caso in cui lavorino, comunque vengono mal pagate.
Spesso queste donne vivono anche in una pesante condizione di inferiorità e vengono talvolta trattate come se fossero degli oggetti. Inoltre, non possono concedersi l’istruzione e la partecipazione alla vita politica.
Un’altra ferita che bisogna quindi curare, è la disparità dei diritti tra le donne e gli uomini, sia in campo economico e sociale, sia in quello culturale e politico.
In alcuni di questi paesi, inoltre, le persone non hanno pienamente il diritto alla libertà di pensiero, di religione e di coscienza e dunque è importante far sì che possano ottenerli.
Parlando, invece di un fenomeno che è più vicino a noi, attualmente stiamo assistendo a degli atti di razzismo. Negli ultimi anni, infatti, si sono verificate rilevanti ondate d’immigrazione dai paesi dell’Africa del Nord e dell’Asia verso i paesi sviluppati in Europa e quindi, anche in Italia.
Verso queste persone che hanno stili di vita, culture, tradizioni e lingue differenti, spesso assumiamo un atteggiamento di diffidenza, se non di disprezzo.
Succede perché l’uomo certe volte ha paura del “diverso” e quindi si sente non sicuro, non tranquillo.
Per accogliere la diversità, l’uomo dovrebbe cercare, invece, di apprezzarla e accettarla perché imparare cose nuove arricchisce noi stessi! Sempre rimanendo sul concetto della diversità, talvolta le persone considerano diversi anche coloro che, pur essendo nati nella stessa nazione, hanno origini etniche diverse; oppure coloro che sono “disabili” o meglio sarebbe dire “diversamente abili”. Queste persone vengono a volte discriminate e non sempre hanno le stesse opportunità. Questo è sbagliato! Nel mondo non dovrebbe esistere la discriminazione tra uomini, perché siamo tutti uguali di fronte alla legge e abbiamo tutti gli stessi diritti.
A proposito dei diritti dei disabili, lo Stato italiano ha emesso delle disposizioni legislative dirette a garantire il loro mantenimento e ad agevolare il loro pieno inserimento sociale. Nonostante ciò, ci sono ancora da abbattere alcuni ostacoli, come ad esempio le cosiddette “barriere architettoniche” che certe volte mettono in una situazione di svantaggio i disabili.
Alcuni edifici, infatti, non sono dotati di scale o porte d’ingresso abbastanza grandi da consentire il passaggio o il trasporto di una persona disabile. Alcuni bagni, inoltre, non sono usufruibili per loro e in alcuni palazzi, non sono sempre presenti degli ascensori funzionanti.
Tutte queste circostanze, insomma, ci stanno facendo capire, che al mondo ci sono ancora molti ostacoli da superare e che il nostro percorso per la difesa dei diritti dell’uomo è ancora lungo.
Se, però, ognuno di noi prestasse attenzione all’ambiente in cui si trova e cercasse di aiutare a difendere i diritti del suo prossimo, tutti insieme, con determinazione e volontà, potremmo raggiungere il nostro obiettivo.
Sono convinta che tutte le persone debbano avere i diritti e le opportunità che sono presenti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che si possono riassumere in: diritto alla vita, alla libertà individuale e all’eguaglianza di fronte alla legge.