Una vacanza da brividi

Una vacanza da brividi

un racconto d’avventura di Lorenzo Pio Scatolin

Questa estate, per il compleanno di mio padre, abbiamo deciso di realizzare il suo sogno, ossia una vacanza, in barca a vela nel Pacifico alla scoperta delle Hawaii. Abbiamo affittato per tutto il mese di luglio una barca a vela lunga circa quindici metri, con uno skipper che l’avrebbe guidata. Il grande giorno è arrivato, con la mia famiglia prepariamo le valigie e andiamo a Milano dove ci aspetta l’aereo che ci porterà a San Diego in California. Sono elettrizzato, osservando le nuvole, fantastico sulla meravigliosa avventura che mi attende. Di questo viaggio non sono molto convinte mia madre e mia sorella, sono molto impaurite perché a loro non piacciono le vacanze avventurose, a differenza di mio padre che ha sempre desiderato ciò. Arrivati all’aereoporto di San Diego ci aspettano lo skipper di nome Schettin e il suo secondo, di nome William. Schettin è un uomo di circa quarant’anni, alto, muscoloso, abbronzato, dall’aria seria e di poche parole. Porta sempre un cappello a visiera, gli occhiali da sole, pantaloncini, scarpe da tennis bianche e ha un comportamento ambiguo, lasciando intendere che io non gli sia molto simpatico. William, è un ragazzo di vent’anni, alto, di corporatura media, biondo, occhi azzurri, indossa pantaloncini, camicia hawaiana, scarpe da tennis bianche, a differenza di Schettin, ha sempre il sorriso stampato in faccia, con la battuta sempre pronta.

Finalmente ci imbarchiamo, prendiamo il largo e alziamo le maestose vele bianche, in direzione di Honolulu. La barca a vela è maestosa, confortevole non manca nulla non avrei mai immaginato di vivere una vacanza così bella, ammirare tramonti mai visti prima e albe che ti tolgono il fiato.

Tutto sembra andare per il meglio quando William, dopo aver ascoltato la radio, ci avverte dell’arrivo di una tempesta molto potente. Mio padre chiede a Schettin di fare retromarcia ma lui con la sua aria di superiorità ci dice di stare tranquilli che è abituato a tempesta di forza maggiore e decide,nonostante le nostre paure, di continuare il viaggio. Il cielo diventa, color carbone, il mare è mosso e  non ha più il colore azzurro ma si colora di blu scuro. Schettin rimane al timone, ci consiglia di indossare gli impermeabili e di stare sotto coperta. La barca, traballa, cadono piatti, sedie e siamo sballottati da destra a sinistra. Mio padre cerca di rassicurarci,di rimanere calmi, e che tutto andrà bene. Cerco di stare calmo, provo a controllare la situazione fuori e vedo onde che superano di gran lunga i dieci metri. Schettin è ancora al timone, le vele sono abbassate, e con sguardo cattivo mi ordina di ritornare dentro. L’onda ci travolge, sento il vuoto intorno a me, vengo scaraventato contro una parete, e svengo.

Al mio risveglio mi ritrovo su una spiaggia bianca. Piano, piano mi rialzo e a pochi metri da me c’è mio padre, corro verso di lui e lo abbraccio, insieme andiamo a cercare il resto della famiglia. Lungo la spiaggia troviamo William, senza vita, e poco distante c’è Schettin che corre verso di noi. All’appello mancano mia sorella e mia madre, mi guardo intorno e vedo in lontananza la barca capovolta e due figure aggrappate al palo maestro. Schettin e mio padre vanno a soccorrerle, sono mia madre e mia sorella,  e le riportano a riva sane e salve. Siamo tutti stremati, ci guardiamo intorno e non vediamo altro che palme e mare. Schettin, sempre con aria di superiorita’, ci riassicura dicendoci che e’ riuscito ad avvisare i soccorsi e a dare la posizione della barca. Non sono tranquillo e con rabbia mi rivolgo a Schettin accusandolo di essere un uomo freddo, incosciente, presuntuoso e per colpa sua ci troviamo in quest’isola dispersi e con la morte di William. Schettin ci chiede scusa, si dirige verso la barca e si immege per recuperare la pistola lancia razzi e i pochi viveri rimasti. Nell’attesa mi riposo sotto una palma e guardo il cielo, quando noto un elisoccorso. Corro da Schettin e gli ordino di sparare un razzo verso il cielo. L’elisoccorso ci trova e ci riporta sull’isola abitata vicino Honolulu e da li’ facciamo ritorno a San Diego. Questa doveva essere una vacanza indimenticabile e in un certo senso lo e’ stata! La ricordero’ per sempre ma non andro’ mai piu’ in barca a vela, soprattutto se ci sara’ uno skipper di nome Schettin.

FrancySpada

FrancySpada