Gino Bartali, un eroe per centinaia di ebrei

di Arianna Adelfio
Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria perchè in quel giorno del 1945 venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz. Un giorno nato per ricordare le vittime dell’Olocausto e la discriminazione dell’uomo contro altri uomini. Vengono ricordati i 15 milioni di vittime rinchiusi e uccisi nei campi di sterminio nazisti prima e durante la seconda guerra mondiale. Sei milioni di queste vittime innocenti appartengono al popolo ebraico e il loro genocidio viene chiamato Shoah. Tanta gente cercò di aiutare gli ebrei a sfuggire alla propria sorte. Sacerdoti, il Papa stesso e molti uomini comuni. Uno di questi fu proprio Gino Bartali detto “Ginettaccio” per il suo carattere schietto. Un grandissimo campione del ciclismo, campione del Giro d’Italia vinto ad appena 22 anni nel 1936 e il Tour de France nel 1948 correndo con il suo rivale di sempre Fausto Coppi. Bartali, campione di immensa umanità che durante la seconda guerra mondiale, aiutò numerose persone di fede ebraica. Tra il settembre del 1943 e giugno 1944 compì la sua missione girando in sella alla sua bicicletta trasportando documenti all’interno dei tubi del telaio da Firenze ad Assisi andata e ritorno in giornata 380 km permettendo a tanti ebrei la libertà. In alcune occasioni venne anche fermato dalle guardie e sfiorato dalle bombe ma nonostante i pericoli, lui continuò a portare il contributo di solidarietà salvando circa 800 persone. Nel 2005 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azzeglio Ciampi ha conferito a Gino Bartali la medaglia d’oro al merito civile. Bartali ha inoltre ricevuto onorificenze tra cui il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem nel 2013 e la cittadinanza onoraria dello Stato d’Israele nel 2018. La generosità e l’impegno per il prossimo ha caratterizzato la vita del ciclista, anche se lui ripeteva: “Il bene si fa ma non si dice!”