Seguire un corso d’acqua: il canale di Secchia

di Matteo Melecchi
Proprio davanti alla mia casa passa il Canale di Secchia.
Ormai la parte di canale che attraversa la città è quasi interamente coperta: l’unico tratto scoperto è lungo la ciclopedonale da via Maiella a via Benedetto Croce.
Il Canale di Secchia ha origini molto antiche: se ne ha notizie nel Medioevo (1200), anche se la sua costruzione potrebbe risalire a molto tempo prima. Partiva da Castellarano, passava per Scandiano, Sabbione, Fogliano, poi da Buco del Signore ed entrava in città dalla zona di Porta Castello. Usciva con 2 rami, a Porta Santo Stefano e a Porta Santa Croce, poi si gettava nel Crostolo.

A cosa serviva il Canale di Secchia? A raccogliere gli scoli urbani (ed è per questo che poi in città venne presto coperto), ad azionare i mulini (per macinare i cereali, per macinare sostanze vegetali per conciare le pelli, per lavorare i metalli, per produrre la carta), ad azionare i filatoi (in cui si avvolgevano i fili di seta) e i folli (in cui si battevano i tessuti di lana per renderli morbidi), alle tintorie e ad irrigare i campi.
Nel 19° e 20° secolo il canale, specialmente nella zona di Buco del Signore, era usato dalle lavandaie. Il sapone usato per lavare il bucato era la lisciva: si metteva della cenere in un pentolone di acqua bollente e così si trasformava in un impasto grigio e denso. La lisciva, ancora bollente, veniva versata nel mastello del bucato, ricoperto da un telo che tratteneva la cenere. Dopo averli lasciati in ammollo tutta la notte, gli indumenti venivano sbattuti. Poi si gettava acqua pulita sui panni e si faceva il risciacquo nel canale.
Nomi che ricordano il Canale di Secchia:
Buco del Signore: apertura attraverso cui il signore di San Martino derivava dal Canale di Secchia un canale secondario
Rosta: chiavica o grata
Via del Guazzatoio: pozza in cui si abbeveravano i cavalli
Via Galgana: nome del mulino dove si macinavano le galle, sostanze vegetali per conciare le pelli
Via del Follo: il follo era un meccanismo composto da mazze che, mosse dall’acqua, battevano i tessuti fino a renderli morbidi.







La flora:




La fauna

