Viaggio nei quartieri: da Buco del Signore a Rivalta

di Cristian Corsaro e Federico Cucchi
Vi raccontiamo un giro che abbiamo fatto con un nostro amico la scorsa estate e che potete fare anche voi.
Il giro si può fare in mountain bike e dura circa 2 ore e mezza, però non è adatto a tutti: è piuttosto lungo e presenta alcuni tratti difficili di sterrato.
Si può partire dalla gelateria Pacifico oppure dalla chiesa di Sant’Anselmo sempre nelle vicinanze, noi siamo partiti da lì perché abitiamo in zona. Ci siamo incontrati alle 5 di pomeriggio perché in estate le giornate sono più lunghe quindi c’è visibilità anche verso sera e anticipare la partenza con il caldo sarebbe meno gradevole.
Per prima cosa ci siamo presi un buon gelato e, durante la merenda, abbiamo parlato un po’ di quello che ci è accaduto durante la giornata e abbiamo pianificato il percorso da fare.
Siamo partiti da subito in direzione Parco delle Caprette, attraversando via Settembrini, lungo la zona pedonale che costeggia la tangenziale. Abbiamo oltrepassato la vecchia casa da contadini con tutti gli animali da cortile lasciati liberi e siamo andati verso via Manenti. Da lì abbiamo preso il lungo sottopassaggio che ci ha portato fino al lavaggio auto di via Tassoni. Da qui abbiamo imboccato il sentiero del parco delle Caprette.
Oltrepassato il ponte sul torrente, abbiamo voltato a sinistra in direzione opposta alla zona delle Caprette, verso Baragalla. Ci siamo divertiti a fare dei mini fuoripista talvolta molto accidentati. Siamo passati davanti al bar, alla zona dei giochi per i bambini e abbiamo proseguito verso Rivalta cercando di schivare i pedoni.
Arrivati a Rivalta, siamo passati sotto il ponte della tangenziale e ci siamo trovati in una zona meno frequentata, dove è piacevole fermarsi in un piccolo parchetto con qualche gioco. Qui è bene prevedere una sosta per riposare, fare due chiacchiere e passare un po’ di tempo insieme.
Il tempo passa ed è ora bisogna pensare al rientro, ma con qualche soldo in tasca ci siamo fermati al bar principale del percorso per prendere qualche bibita. In quella zona, nella parte che discende verso il torrente, c’è un divertente e spericolato “tracciato fuori pista” che fa scendere fino alla riva. Una volta scesi lungo questo tracciato con qualche difficoltà, perché le ruote a volte mancano di aderenza, ci siamo divertiti a lanciare i sassi nel torrente. Occorre trovare sassi piatti e non troppo pesanti perché la gara consiste nel far fare il numero maggiore di salti ai sassi e, modestia a parte, noi ce la caviamo piuttosto bene in questo giochetto.
Per tornare abbiamo fatto lo stesso percorso fino alla chiesa sant’Anselmo.